lunedì 7 Aprile 2025
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Da Padova a Bergamo, ecco “Charing golf tour”

Un circuito che si sviluppa su cinque tappe per fare del bene divertendosi

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Un circuito che si sviluppa su cinque tappe per fare del bene divertendosi

Il golf fa bene. Non lo dicono solo i fanatici di questo sport per giustificare il loro attaccamento, spesso quasi morboso, a green e fairway. Lo dicono anche i serissimi ricercatori del Karolinska Instituet, l’università svedese di medicina, la stessa che ogni anno assegna i Nobel.

Secondo i loro studi, condotti su300.000 connazionali, praticare questa disciplina con una certa regolarità riduce del 40% il tasso di mortalità rispetto alla media e fa guadagnare all’incirca 5 anni di vita.

Non solo: le camminate sul percorso inseguendo la pallina (circa 10 chilometri per 18 buche) fanno lavorare il cuore a lungo e a bassa intensità, proteggendo da una quarantina di malattie, compresi infarti, ictus e diabete.

Ma il golf riesce anche a fare del bene. Succede quando si organizzano gare ed eventi a favore di questo o quell’ente benefico. Nessuno ha fatto ancora i conti precisi, ma in ogni week end un gruzzolo considerevole parte dalle buche per andare a coprire i buchi del volontariato.

Ma per fare del bene, occorre farlo bene. E questa è la storia di un matrimonio ben riuscito tra professionalità, solidarietà e divertimento.

Si chiama “Charing” ed è nato dodici anni fa quando Claudio Ongis, fulminato dall’incontro con l’Istituto Serafico di Assisi, ha cominciato ad allestire un’organizzazione in grado di fare del bene divertendosi. Il Serafico, sorto 150 anni fa, è una onlus che promuove e svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e di assistenza sociosanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. E come quasi tutte queste realtà deve fare i conti con bilanci precari.

Coinvolgendo aziende, personaggi del mondo dello sport (Beppe Dossena e Kristian Ghedina guidano la pattuglia di ex calciatori e ex sciatori che non perdono un evento) e grandi chef capitanati da un entusiasta Giancarlo Morelli, Ongis, una carriera nel mondo della finanza, è riuscito ad allestire una serie di eventi che di anno in anno si rinnovano restando fedeli al principio del dono e della solidarietà.

Ogni anno il circuito di golf si arricchisce di qualche nuova tappa e di qualche trovata inedita. Si parte a maggio, si termina a settembre: 5 straordinarie occasioni per divertirsi e fare del bene, 4 Pro Am, 5 cene preparate da chef pluripremiati, 4 dinner buffet con live music in occasione delle ProAm, 1 cena a tema Ladino in Alta Badia, 4 ambassador d’eccezione che hanno fatto la storia delle rispettive discipline, una madrina d’eccezione e tanti amici tutti uniti nella consapevolezza di poter regalare un sorriso ai ragazzi dell’Istituto Serafico di Assisi e da questa edizione anche ad altre cinque associazioni.

L’edizione 2025 del Charing Golf Tour parte da Padova (16 e 17maggio), continua a Villa Paradiso (6 e 7 giugno), Asiago (27 e 28 Giugno), Alta Badia e Pustertal (2 e 3 Agosto) per concludersi al Golf Club Bergamo Albenza Bergamo (19 e 20 Settembre).

Charing, che vanta una community di circa 1.500 persone e che dagli esordi ha raccolto e donato 750.000 € più una moderna postazione “Homing” di Tecnobody dal valore di 20.000 € quest’anno alza ancora l’asticella e punta a mantenere invariato il contributo al Serafico di Assisi e a destinare una parte ulteriore alle cinque nuove associazioni per supportare chi nella vita ha avuto meno fortuna.
Per saperne di più: www.charing.events.

Nella foto del titolo: Claudio Ongis durante la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2025

Charing in Alta Badia

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Marco Dal Fior
Marco Dal Fior
Per dieci anni presidente dell’Associazione Italiana Giornalisti Golfisti. Ha lavorato per Il Giornale, La Repubblica e Corriere della Sera. Dopo aver inseguito per decenni le notizie da cronista e da caporedattore del Corriere era convinto che l’età e l’esperienza gli avrebbero regalato più tempo per giocare a golf. Ha scoperto, invece, che trascorre più ore a scrivere di golf che a imbucare.
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