È la risposta americana alla Liv Golf, il circuito golfistico nato con i finanziamenti arabi. È la TGL League, il golf del futuro, come hanno dichiarato i fondatori. Una sorta di grande videogioco, uno spettacolo hollywoodiano che ha per protagonisti i grandi campioni dei green.
Un megaschermo ventiquattro volte più grande di quello di un simulatore, i microfoni, le luci, un’arena di 23.500 metri quadrati, la musica di sottofondo, il cronometro.
Questo è stato il “percorso” dove si è svolta la prima sfida vinta per 9-2 al So-Fi Center di Palm Beach Gardens, in Florida, dal team Bay Golf Club di Ludvig Aberg, Shane Lowry, Wyndham Clark e Min Woo Lee, che hanno superato i New York GC di Xander Schauffele, Matt Fitzpatrick, Rickie Fowler e Cameron Young.
“Questo è il Golf del ventunesimo secolo”, secondo Rory McIlroy. Per molti questa è la risposta all’avanzata economica della Superlega araba, la Liv, finanziata dal Pif, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita.
“Quello che inizialmente sembrava solo un sogno si è trasformato in realtà, abbiamo portato il Golf in un’altra stratosfera”, ha dichiarato soddisfatto Tiger Woods.
Sei le squadre che fanno parte della lega tecnologica. Con tante stelle del PGA Tour a rappresentare quella che per molti potrebbe diventare la nuova era del Golf professionistico.
Le sfide di questo campionato si giocano sulla distanza di 15 buche. Il primo match è durato meno di due ore e ora l’attesa è tutta per Woods. Il campione californiano, insieme alla sua squadra, il Jupiter Golf Links, composta anche da Max Homa, Kevin Kisner e Tom Kim, debutterà martedì 14 gennaio e affronterà i Los Angeles di Collin Morikawa, Justin Rose, Tommy Fleetwood e Sahith Theegala.