Un giorno della scorsa estate, mentre il nuovo consiglio stava cominciando a studiare la nuova veste del sito dell’associazione, il presidente emerito, Marco Dal Fior mi ha proposto di scrivere un pezzo sul golf visto dalla tv. Nell’idea di Marco c’era un testo per raccontare come chi fa una telecronaca veda il golf per raccontarlo, a sua volta, a chi lo guarda da casa. Una visione, evidentemente, soggettiva e la speranza è quella di non diventare troppo autoreferenziali, dall’interno della macchina produttiva; per svelare, quanto più possibile, di come il golf in tv abbia una sua angolatura di visione molto particolare, anche se, in taluni casi, non del tutto dissimile da quella che ha chiunque si metta seduto in poltrona a guardare.
L’idea di Marco mi ha subito stimolato una considerazione: può bastare un solo pezzo, per raccontare migliaia di particolari che cambiano, centinaia di giornate di lavoro, decine e decine di situazioni diverse che un telecronista e il suo “color”, dall’inglese “color commentator” (in italiano commentatore tecnico), possono trovarsi davanti? La risposta è: ovviamente no. E allora la seconda idea, subito condivisa con chi mi aveva commissionato il pezzo, è stata quella di provare a fare una storia a puntate o, se volete, un vademecum del telecronista di golf. Un percorso che inizi con la pratica – l’allenamento è fondamentale anche per chi parla e non solo per chi gioca – e termini con la performance sul percorso: fino ad arrivare alla settantaduesima buca e poter sollevare il trofeo.
Ora il mio percorso, quello di un modesto 18 di handicap, sarà – per forza di cose – pieno di flappe e colpi di penalità ed è anche per questo che la seconda idea che ha pervaso la mia mente è quella di non redigere un racconto mono-direzionale, ma di chiedere a tutti coloro che leggeranno queste righe di interagire e contribuire, con le proprie idee, con le proprie considerazioni, con le eventuali domande, a rendere ancora più utile questo spazio che, ogni paio di settimane, proverà a svelare i segreti del golf in tv.
La prima cosa che tutti debbono sapere e che noi, che lo commentiamo, abbiamo la necessitàdi tenere sempre presente, è che il golf in tv spesso è noioso. Chi di noi non si è mai addormentato durante un giro poco significativo, durante un torneo dai risvolti tecnici di scarso livello, nel corso di una nottata in cui il nostro idolo di turno non era nelle zone alte della classifica, alzi la mano. È successo, almeno una volta, a tutti. Ecco, sulla base di questo presupposto il compito di noi commentatori televisivi dovrebbe essere sempre quello di fare domande stimolanti ai “color”, di mantenere alta l’attenzione anche su ciò che fa da corollario al semplice giro di golf, di dare sempre una chiave di lettura non semplicemente tecnica, ma quanto più possibile completa di informazioni. Per questa ragione la pratica nei giorni precedenti, il giro di prova, devono essere una continua raccolta di informazioni e dati che possano arricchire il racconto.
Un’altra cosa fondamentale è la completa sintonia che ci deve essere tra telecronista e talent (altra definizione anglofona del color commentator), come in un vero rapporto caddie-giocatore.
Come mi ha sempre detto un telecronista molto più esperto di me, anche se proveniente da un’altra disciplina, Francesco Pierantozzi, “il tuo compito è dare al talent il bastone giusto nel momento giusto”. Per un telecronista essere un bravo caddie è fondamentale per togliersi d’impaccio da eventuali momenti di stanca della telecronaca. Sapere quali sono le caratteristiche del proprio talent può essere utile a stimolarne risposte interessanti dal punto di vista tecnico e magari dargli la possibilità di fornire consigli utili a chi, come noi, per citare un altro maestro di giornalismo, Massimo De Luca, è un carrellante della domenica.
In conclusione, di questo primo articolo, dunque, vi propongo di fare, insieme a me, un viaggio nel golf visto da dentro la tv. Cercherò di raccontarvi tutto quello che accade nelle nostre sale di commento, prima, durante e dopo una telecronaca, con il prezioso contributo dei nostri talent, ma anche e soprattutto ascoltando le vostre domande, i vostri suggerimenti e i vostri stimoli.