mercoledì 25 Dicembre 2024
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Tre è il numero del sogno azzurro ai playoff della Race to Dubai

Al via da domani 7, le due tappe finali per accedere al torneo conclusivo della Race to Dubai, in programma dal 14 al 17 novembre al Jumeirah Golf Estates. Tre gli italiani in lizza

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Al via da domani 7, le due tappe finali per accedere al torneo conclusivo della Race to Dubai, in programma dal 14 al 17 novembre al Jumeirah Golf Estates. Tre gli italiani in lizza

Tre su settanta; anzi, per essere precisi, tre nei primi sessanta. Sono gli italiani che parteciperanno, a partire da giovedì 7 novembre (dalle 8.00 su Sky Sport Golf), alla prima delle due tappe dei playoff (Abu Dhabi HBSC Championship) della Race to Dubai, che si concluderà dal 14 al 17 novembre al Jumeirah Golf Estates di Dubai con il DP World Tour Championship. Già questo potrebbe essere ufficiente per farci dire che la stagione 2024 è stata, ed è, una stagione di successo per i big del golf italiano.

Si tratta di Matteo Manassero, sesto nel ranking stagionale, Guido Migliozzi (quattordicesimo) e Francesco Laporta (sessantesimo). Non accadeva da 5 anni che avessimo tre rappresentanti alla fase finale della stagione “europea”: lo scorso anno, addirittura, nessuno dei nostri si era qualificato.

Il risultato 2024, dunque, avere tre ragazzi, perché quando si parla di Manassero, Migliozzi e Laporta si parla ancora di ragazzi, tra i migliori del DP World Tour, è un risultato ampiamente soddisfacente. Eravamo partiti con una pattuglia di nove rappresentanti e ora, quando si tratta di fare i conti, siamo al punto che un terzo di coloro che avevano iniziato il percorso che avrebbe portato negli Emirati è arrivato al traguardo. Manassero e Migliozzi, con le loro vittorie di inizio e metà stagione, rispettivamente al Jonhson Workwear Open in Sudafrica e al KLM Open in Olanda, erano da tempo certi di occupare una casella del field in partenza, sia ad Abu Dhabi, sia a Dubai; Laporta – per usare un paragone ciclistico – nell’ultimo mese e mezzo di gioco ha ricucito lo strappo con quelli davanti e ha conquistato il suo posticino tra i grandi. Ora è il momento di piazzare la zampata finale e non accontentarsi. Tutti possono migliorare la propria posizione, che
poi è il pensiero unico che pervade ogni golfista, di qualsiasi livello: fare sempre meglio dell’anno, del mese, del giorno, del round, della buca, del colpo precedente; pensando solo a ciò che deve ancora arrivare, senza guardarsi alle spalle. I numeri e i calcoli dicono perfino che Manassero e Migliozzi potrebbero vincere, conquistando due vittorie, l’Harry Vardon Trophy, il gigantesco trofeo che European Tour consegna a chi conquista la leadership della Race e che, nell’anno di grazia 2018, fu sollevato anche da Francesco Molinari. Unico italiano nella storia a primeggiare sul tour.

Difficile pensare che ci riescano; soprattutto difficile pensare che Rory McIlroy, che si sta avviando a sollevare l’Harry Vardon Trophy per la sesta volta in carriera (sarebbe la terza consecutiva), possa arrivare ultimo in entrambi i tornei per poter dare spazio a una rimonta degli avversari. Di sicuro c’è che i tre azzurri arrivano comunque carichi a questo doppio appuntamento; con tutte le carte in regola per provare, colpo dopo colpo, buca dopo buca, a stare nelle parti alte della classifica e, chissà, anche vincere.

Guido Migliozzi torna a disputare i playoff a due anni di distanza dall’ultima volta; la prima e unica apparizione di Francesco Laporta risale al 2021; per Matteo Manassero il viaggio di fine stagione negli Emirati (a inizio carriera, con il marchio Abu Dhabi, erano stati anche un suo sponsor personale) mancava addirittura dal 2014. Da questi numeri, da queste statistiche si capisce quanto sia importante per il nostro golf questa presenza cospicua nella fase finale della stagione. A maggior ragione quest’anno; un anno in cui DP World Tour ha cambiato faccia al calendario, dando maggiore importanza alle ultime 9 gare prima della “postseason” e mettendo 3 dei 5 tornei delle Rolex Series nelle ultime 11 tappe.

Adesso, dopo tanto duro lavoro, dopo una stagione di 42 tornei disputati in giro per il mondo, è tempo di mettersi sul tee della 1 dello Yas Links di Abu Dhabi. Un percorso, quello che si trova sull’isola di Yas, a poche centinaia di metri dal circuito di Formula 1 e dal Ferrari World, che è stato progettato da Kyle Phillips (architetto che ha disegnato anche il Kingsbarns Golf Links in Scozia) e che ospita il torneo per la terza volta. Aperto nel marzo 2010, è stato progettato utilizzando due milioni di metri cubi di sabbia dragata dal porto turistico adiacente. Attualmente al 71° posto nella classifica dei 100 migliori campi da golf del mondo di Golf Digest, ospita la diciannovesima edizione dell’Abu Dhabi HSBC Championship, che è presente nel DP World Tour dal 2006. Il torneo è sempre stato giocato a gennaio; da questo 2024 è diventato la prima tappa dei playoff: i primi 70 della classifica della Race to Dubai partono per cercare di rimanere nelle prime 50 posizioni, che daranno l’accesso alla tappa finale, quella della settimana successiva al DP World Tour Championship di Dubai. I 20 eliminati andranno a prendersi una pausa rigenerante in vista della
stagione 2025, che inizierà già nella settimana dal 18 al 24 novembre in Australia; gli altri 50 continueranno a sfidarsi per la leadership finale. Come detto c’è ancora possibilità che il regno faccia cadere il suo re; uno qualsiasi dei primi 37 in classifica potrebbe teoricamente vincere la Race to Dubai, scalzando Rory McIlroy: dovrebbe vincere entrambi i tornei e McIlroy finire ultimo in entrambe le settimane. Quasi impossibile, ma nel golf nulla è scontato.

Ora non resta che goderci il gioco e soprattutto goderci i tre azzurri, Manassero Migliozzi e Laporta, sperando di vederli, domenica 17 novembre, nelle ultime due partenze del quarto round del DP World Tour Championship, in lotta per vincere il torneo più ricco di tutta la stagione.

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