Contrariamente a quanto possa sembrare, il massiccio del Monte Rosa non prende il suo nome dal colore. Certo, quando guardiamo l’alba o il tramonto rifrangersi sui suoi profili spigolosi, non mancano tenui sfumature rosacee.
Il nome Rosa deriva, in realtà, dalla parola Rouja che in patois valdostano vuol dire ghiacciaio. Di ghiacciai, da queste parti, ce ne sono molti, così come di persone audaci che hanno osato sfidarli.
Il Monte Rosa, infatti, è da oltre due secoli meta di conquista per gli alpinisti, a cui piace spostare il limite sempre un po’ più in là. Tra i nomi eccellenti ascesi tra le oltre 15 vette sopra quota 4000 che contraddistinguono questo ampio massiccio, tuttavia, non mancano nomi di donne, talvolta anche illustri insospettabili.
La regina Margherita di Savoia, ad esempio: oltre ad aver arricchito il centro di Gressoney-Saint-Jean del fiabesco Castel Savoia, fu anche una pioniera dell’alpinismo al femminile, scalando i quasi 4600m di Punta Gnifetti nell’estate del 1893 e lasciando il suo nome (dopo aver fatto altrettanto qualche anno prima con la pizza), a quello che ancora oggi è il rifugio alpino più alto d’Europa.
Chiaro, ogni desiderio di una regina è un ordine. E di regine, di solito, non può essercene più di una.
Ma è per questo che esiste, l’8 marzo: per tutte le donne che regine non sono; ed è per questo che esistono le Monterosa Pink Experience, affinché certi piaceri non restino solo appannaggio di uomini e regine. Per ricordarci che anche quando andare avanti sembra difficile come scalare una montagna, non si è mai da sole.
#LiberamenteFemminile – Un messaggio di libertà da Monterosa Ski.
Centinaia di donne hanno abbracciato l’iniziativa negli anni scorsi, rispondendo all’invito di donne coraggiose come Anna Monari, una delle prime Guide Alpine in Italia. Fino al prossimo aprile, le Pink Experience di freeride e sci alpinismo invitano le donne alla ricerca di nuovi stimoli ed emozioni sotto la maestosità del Monte Rosa.
Sci alpinismo al femminile in Valle di Gressoney. Pelli di foca applicate, sci saldamente ai piedi… si sale! Lo sci alpinismo è fatica, sudore, supporto reciproco e determinazione. Ma la vista dalla vetta toglie ogni dubbio. Scendere è leggerezza, riguardare le impronte lasciate durante la salita, con fatica e impegno, ne vale la pena.
La giornata di apprendimento della tecnica dello sci alpinismo sui percorsi di risalita del Monterosa Ski offre un’esperienza unica per le donne alla ricerca di nuovi stimoli.
Freeride Paradise, anche per le donne. Scendere lungo l’infinità di fuoripista dalle vette del Rosa è come lasciare un autografo unico su un foglio bianco. Il freeride è improvvisazione, audacia, creatività: ogni discesa è un assolo jazz che non si ripete mai uguale.
Per le appassionate e gli appassionati di sport, il “rosa” ha un significato ancora diverso: è il colore della maglia di chi vince il Giro d’Italia. Ancora una volta, il rosa diventa simbolo di forza, tenacia, resistenza e ambizione, qualità irrinunciabili non solo per chi voglia vincere questa prestigiosa corsa ciclistica, tra le più attese dell’anno, ma anche per chi ha voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo e superare i propri limiti per raggiungere un traguardo.
Un traguardo di tappa, proprio di una di quelle che il Giro 2025 lo decideranno, sarà disegnato ai piedi del Monte Rosa: Champoluc (Ayas), accoglierà per la prima volta un arrivo della carovana della corsa rosa, per la 19esima tappa del Giro di venerdì 30 maggio 2025.